lunedì 19 novembre 2012

The Amazing Spider-Man 2 - Easter Egg e Detective



La rete sembra invasa dai supponenti internauti megafan dell’Uomo Ragno che pretendono di aver capito quale indizio si cela nelle scene di The Amazing Spider-Man di Marc Webb.

Il capo supervisore degli effetti speciali, Jerome Chen e il regista hanno affermato che qua e là ci sono degli indizi per scoprire in anticipo quale sarà il villain del secondo capitolo della nuova trilogia ragnesca. 


Non parlo di Electro che era praticamente sgamato grazie alla scena dopo i titoli di coda, e che solo io avevo capito. Seriamente gente? Ritiratevi come fan di Spider-Man.
Ok, lo ammetto, ci ho preso a metà perché il vecchietto che appare nell’ombra nella bonus scene non è certamente Electro, che sarà interpretato da Jamie Foxx. E allora CUMINKIAÈ?

 
Analizziamo gli indizi e cerchiamo di scoprire qualcosa! DETECTIVE TIME!

Durante il tour scientifico alla Oscorp che aveva come cicerone Gwen Stacy, diamo una sbirciata all’albero della vita, un modello attraverso il quale scopriamo quali razze animali il gruppo di ricerca dell’azienda usa come cavie per gli intrecci genetici; credevate ci fossero solo ragni e lucertole? L’immagine virtuale ci mostra altri animali, il pesce zebra menzionato da Peter, una vespa e… un rinoceronte. Proprio l’animale più adatto da incrociare con l’uomo per avere dei salti evolutivi, vero?

Il rinoceronte, la cavia più mansueta della Oscorp Tower
La scena finale ci mostra un Andrew Garfield digitale che volteggia su New York, passa sopra al ponte George Washington con uno slow motion “innaturale” per la fluidità della scena, magari serve a puntare i riflettori sulla “questione Gwen”?

SWUOOOOOOOOOOM
In seguito il nostro si sposta tra i palazzi e ci sono molte maglie e pantaloni appesi ai cavi, stesi ad asciugarsi. E qui ragazzi pare la fiera della cuccagna. Pantaloni gialli stile Lo Shocker, maglie verdi da Uomo Sabbia, ho visto addirittura una giacchetta con una fantasia che ricorda quella di Kraven il cacciatore.

Sono le mutande del Camaleonte quelle?!
L’ultimissima scena è uno slow motion in posa super creepy di Spidey che spara una ragnatela verso il pubblico (al cinema in ISENSE3D rendeva dibbrutto) e qui ci sono due elementi che potrebbero essere rivelatori sul tipo all’oscuro. Volatili che si librano nell’aeree, non sono avvoltoi, ma chiaramente ricordano il non più arzillo villain Avvoltoio, e la luna con le nuvole adornate ricorda la silhouette di Mysterio, che secondo alcuni è il più papabile tra i due.

Speriamo che nessun piccione mi lasci un ricordino
Dopo aver visto il film 87 volte, cercando tutti questi indizi, sulle indicazioni degli addetti ai lavori, mi sembrava di star giocando a Trova Waldo con un libro dove tutti i personaggi sono Waldo e tu devi trovare il vero Waldo.

WALDO MUST DIE MODE

 Io torno sui miei passi, e vi spiego il metodo secondo me: i villain dei film non saranno quelli dei videogames. Nel gioco Activision, l’arrampicamuri affronta tanti nemici, tra cui anche Rhino, ma non incontra né Electro, né l’Avvoltoio. Ergo la risposta più semplice è che nei giochi evitano di sputtanarsi i personaggi che saranno al centro degli eventi dei prossimi film.

E come ha fatto questo ipotetico Avvoltoio ad apparire e scomparire dalla cella del dottor Curt Connors? 
Io suppongo che abbia un dispositivo che gli permette di sfruttare la bioelettricità umana, così come Electro, permettendogli di diventare pura energia proprio come Max Dillon. Scambio di poteri? 
Sarebbe interessante no?
Domenico Cavernadiplatone Guastafierro

giovedì 8 novembre 2012

Lucca Comics & games (games? Siamo sicuri?) 2012


C'è che è stato il quarto anno per me in quel della cittadina toscana, sarebbe stato il quinto se non ci fosse stato il 2010 (anno da cancellare quello, anno da cancellare in toto).
Come al solito sono passata in tutti gli stand ma non ho visto tutto.
C’erano meno artbook quest’anno.
C’era il guidebook dell’anime di Sakamichi no Apollo (Kids on the slope) a 32 euro che ad ordinarlo dal Giappone e farmelo spedire avrei potuto pagare meno.
C’era la pioggia, ma per quanta ne aveva previsto il meteo è andata di lusso, ha giusto deciso di venir giù nei momenti meno opportuni (tipo mentre andavo a prendere il treno verso Pisa).
Ci sono state le conferenze degli editori ricche di annunci (pochi di mio interesse ed il portafoglio ringrazia).
Ci sono state risate perché le trame venivano reinventate di sana pianta.
Ci sono stati annunci mainstream, grotteschi, a tutto tondo e tratti da ultimate kanzeban.
C’è stata la fusione. (E nessuno ci ha capito nulla).
Ci sono state tante tante persone gentili con me ed un paio veramente sgarbate, fatti loro. Invece per le prime non ci sono ringraziamenti sufficienti.
Ci sono stati regali ed autografi, camminate e spintoni. Sì spintoni, perché essendo un tappo è difficile non essere travolti dalla folla.
C’è stato il Japan Palace ma non i Pocky.
C’è stato il film di Thermae Romae con la fila disordinata, la gente chiusa fuori e contata a gruppi di 10 ed il personaggio più assurdo ed inutile che si possa piazzare a caso in un film. È stato amore.
C’è stato il bingo più farlocco dell’universo della conferenza Dynit.
Ci sono stati i giri notturni sulle mura ed il raduno fuffa di Doctor Who.
C'erano le persone accampate di notte per Assassin Creed.
C’era il games che si riempiva di fumo, forse per far uscire la troppa gente.
C’era la signora che in mezzo ai cosplayers commentava “Meglio questo che drogarsi!”
C’era la crostata che ho regalato qua e là.
C’erano Artemis (ben due), Kurara e l’Enterococcu faecalis.
C’era Nyanko sensei e me lo sono portata a casa.

C'è che l'elenco sopra è tutto al passato e quindi niente, aspettiamo il Lucca Comics & Games 2013. 
Certo, se prima non arrivano i Maya (galattici) sia chiaro.

lunedì 8 ottobre 2012

Io credo nei fumetti


Che il mondo dei comics americani sia in perenne mutamento non è una novità, da febbraio 2012, però, lo è ancora di più.
In quel mese è uscito il primo numero di Thief of Thieves, nuova serie di Robert Kirkman, autore già famoso per fumetti come Invincible, The Walking Dead, The Astounding Wolf-Man, Super Dinosaur, The Iredeemable Ant-Man e molti altri.
Che cos’ha questa serie di così rivoluzionario da poter cambiare il mondo dei comics americani? Scopriamolo insieme all’autore…

Robert Kirkman

“Quando molte persone sentono parlare di “fumetti”, pensano immediatamente a mantelli, costumini attillati e uomini o donne muscolosi che si sbattono l’un l’altro contro dei palazzi o che fanno a pugni con una corazzata. Lo sapete anche voi, sono i classici fumetti che le due grandi compagnie producono… come anche ho fatto io, con Invincible.
Ma i comic book, nel loro complesso, sono molto di più. La buona notizia è che questa non è una novità. I fumetti sono stati molto di più nei loro albori. E più tardi abbiamo letto robe come Sin City e Hellboy, Cerebus, le migliori storie di crimine da artisti del calibro di Brubaker e Phillips, classici come Minimum Wage o Love and Rockets, comics moderni come Casanova, Morning Glories, Hack/Slash, Elephantmen, Chew, Preacher, Y: the Last Man, The Walking Dead (qualunque cosa sia questo fumetto) o l’imminente Saga.
     Quindi, i comics non supereroistici non sono una novità… e ragazzi, questa è una grande cosa. Tuttavia gran parte dei fumetti presentano supereroi, e la maggioranza di questi fumetti presentano vecchi supereroi, riciclando idee  ammuffite della metà del secolo scorso o prima ancora. Il 60 o 70% dei comics prodotti ogni mese si adatta a quelle idee, è per questo che abbiamo ancora molta strada da fare.”

Ovviamente c’è da dire che questa è una visione prettamente americana. In ogni paese c’è una diversa percezione del medium fumetto. In Italia, per esempio, la parola fumetto ci riporta subito alla mente l’immagine di Tex e Dylan Dog o anche Topolino e Paperino, personaggi che di supereroistico non hanno nulla. Ma mi sento di dare ragione a Kirkman al 100% per quanto riguarda il mercato americano.

“Ed ecco Thief of Thieves. Questo fumetto vi regala delle splash page fighe, un’eccellente scrittura e dei disegni molto simili a quei fumetti (di supereroi) mantenendo vive quelle vecchie idee, con la differenza che i nostri personaggi sono veri. Loro vivono nel mondo reale e hanno dei problemi reali… se abbiamo fatto bene il nostro lavoro, non desirerete mai che un nostro personaggio faccia a pugni con una corazzata.
Questo fumetto porta nel mondo dei comics lo stesso tipo di storia che vedreste in un film, in un romanzo o in una serie tv, ma usa la forza che il nostro medium ha da offrire per raccontarvela.
Alla Skybound Entertrainment, siamo estremamente orgogliosi che la nostra linea abbia la maggior quantità di comics non supereroistici di chiunque altro. Credo che questo medium abbia le potenzialità di crescere, di affondare le radici nella testa delle persone, e diventare un qualcosa che tutti usino, e non solo un hobby. Trovare l’equilibrio, creando molte più storie ambientate nel mondo reale, è la chiave per riuscirci.
Quanto più i comics cresceranno e matureranno come medium, e inizieranno a raccontare molte più storie che attraggono un pubblico maggiore, tanto più diventeranno invitanti come intrattenimento.
Non descriveresti mai una persona come “fan dei film”… perché tutti noi guardiamo i film. QUESTO è il nostro obbiettivo per i comics, come rivenditori, come fans e come autori.
Voglio conoscere qualcuno e NON sorprendermi se questo tipo legge fumetti.
Non voglio che chi legga i comic book sia ritenuto strano come chi non possiede una TV.
Credo che possiamo farlo, e credo che abbiamo già compiuto più della metà del nostro percorso.
Io credo nei fumetti.
Robert Kirkman”

Ecco la piccola rivoluzione che Kirkamn sta intraprendendo: raccontare una storia reale.
Grazie all’espansione delle serie tv americane e alla crisi d’idea del cinema, il pubblico è sempre più attratto dalle storie serializzate e l’avvento di telefilm come The Walking Dead ispirati ai comics, ha fatto sì che il pubblico si iniziasse a interessare ancora di più al nostro medium. Ora, invece, è il fumetto che si ispira ai telefilm, o meglio, alle atmosfere e ai colpi di scena tipici da serie tv. Con un mercato saturo di supereroi questo tipo di storia è una ventata d’aria fresca.

Ora non ci resta che aspettare che la Saldapress pubblichi Thief of Thieves in italia e ci faccia scoprire questo nuovo fumetto che già si preannuncia un capolavoro.

I Quit.

ma... ma ma ma ma ma ma... PERCHÉ?

Mi è stato espressamente richiesto di scrivere un articolo serio, senza fregnacce.... farò il possibile...
Oggi parliamo di...


SOLDI
Cosa sono per i lettori, cosa sono per gli editori, a cosa servono in questo mondo, che significato hanno.


 
Cosa sono per i lettori?
Il mezzo per comprare i fumetti.

Cosa sono per gli editori?
Il mezzo per pubblicare i fumetti e tenere in piedi la baracca.

A cosa servono in questo mondo?
A raggiungere obiettivi comuni.

Che significato hanno?
Sono un indice utile a misurare il valore di un bene.

Fine del discorso.



Sì ma dove vogliamo andare a parare?

 
Come alcuni di voi sapranno, ho l'onore ed il piacere di collaborare con GP Publishing da circa 2 anni, ma ancor prima di ciò sono un avido lettore di fumetti, uno di quelli che spende l'ira di dio ogni mese prendendosi mazzate da genitori, fidanzate e amici.
Spesso arrivano “proposte “ (che stiamo SEMPRE ad ascoltare eh, è inutile mettere le fette di prosciutto sulle orecchie quando magari un “perché non ci pubblicate Ciccio e Franco a Tokyo?” potrebbe far guadagnare bei soldini all'azienda), che sono, un po', come dire... assurde? Sconclusionate? Senza Senso? Idiote? Cavernadiplatonesche? Del tipo: “ma perché non ci pubblicate quel manga degli anni 70 che nessuno si è mai cagato anche in patria?”, e qui a volte, lo ammetto, faccio anche finta di non leggere il post e passo avanti senza dare risposta. Perché è così doloroso il rigonfiamento immediato dei miei testicoli che devo solo cambiare pagina sul browser e dimenticare tutto.
Altre volte, invece, arrivano proposte di titoli BELLISSIMI ma che, ahimé, per un motivo o per un altro sono difficili se non impossibili da pubblicare, salvo azzardi grossi, stato di ubriachezza o droghe dello Spaventapasseri.
Ecco, ora spieghiamo un po' qualcosa di utile: cosa influenza la scelta dei titoli (manga, ma non solo) da pubblicare?
In ordine sparso e di sicuro con qualche dimenticanza:

 

1) BELLEZZA DEL FUMETTO: e va bé, la devo spiegare?


2) PERIODO DI PUBBLICAZIONE: più un fumetto è vecchio più sarà difficile venderlo, e di conseguenza pubblicarlo. Perché? Perché i lettori, come ogni altra forma di clientela, hanno bisogno di comprare qualcosa che rispecchi i tempi in cui vivono, il loro status sociale, sentimentale, emozionale nel momento della lettura (e presumibilmente dell'uscita). Giusto per fare un esempio semplice semplice: un ragazzino di oggi difficilmente vorrà leggere di teenager che chiamano dalle cabine telefoniche e che si mandano lettere francobollate, piuttosto vorrà leggere storie d'amore ricche di sms con emoticon e catene di sant'antonio su facebook (già la moda di quelle via e-mail è finita. Molti teens di oggi considerano e-mail un messaggio privato su social network).
Ancora un altro esempio potrebbero essere le continue riscritture delle origini dei supereroi Marvel e DC, che vengono aggiornate ogni 5 minuti per stare al passo coi tempi... Cosa che non mi piacerà mai, ma che devo accettare. O ancor peggio l'universo Ultimate.
Ancora: i vampiri dopo il boom di Twilight, i lupi mannari dopo il boom di Twilight, gli zombie dopo il boom di Twilight... ah no, quella è un'altra storia...


3) MOMENTO DELLA PUBBLICAZIONE: beh, vi lascio immaginare che sarebbe molto più facile vendere un fumetto su una determinata tematica qualora questa si ricollegasse ad un fatto di cronaca. Tipo le collane in edicola sui supereroi appena visti al cinema, il fumetto dell'Uomo Ragno sull'11 Settembre, l'amuchina durante il “la febbre per la febbre suina” (che poi era una stronzata, sia utilizzare un disinfettante per le mani che la suina in sé, la quale ha fatto meno vittime dell'influenza stagionale di ogni anno, e che io ho avuto senza alcun danno o particolare sofferenza), le bandiere dell'Italia durante i mondiali di calcio, un santino di Cavani dopo una sua tripletta, Thriller e Bad dopo la morte di Jacko, una Play Station dopo l'uscita di un nuovo capitolo di Metal Gear Solid...


4) CASA EDITRICE: per una casa editrice più grande e con un mercato più ampio sarà molto semplice piazzare un fumetto “difficile” rispetto ad una casa editrice più piccola, ma allo stesso tempo ci sono titoli le cui cifre non giustificherebbero mai investimenti grossi da parte di una casa editrice “grande”, e quindi sarebbe meglio per il mercato se questo titolo venisse venduto da una “minore”, che pubblica titoli più per la nicchia che per il grande pubblico.

5) PRESENZA DI "DOPPIONI" NEL CATALOGO: è difficile che io, casa editrice Pinco Pallino s.r.l., pubblichi 2 fumetti sulla mungitura delle vacche, salvo presenza di un grandissimo mercato per questo tipo di pubblicazioni.

6) COSTO DEI DIRITTI: se acquisire la licenza di un fumetto mi costa troppo... magari non vale manco la pena pubblicarlo se non riesco a farci soldi.

7) TIRATURA E PROSPETTIVE DI VENDITA: quante copie ne potrò mai stampare? Quanto mi verrà a costare stamparlo? Quante ne venderò?

8) NUMERO DEI VOLUMI: ok, questo fumetto partirà col botto... ma se il lettore medio dovesse stancarsi, arrivato al ventiquattresimo volume che si fa? Si interrompe? Lo interrompo e mi faccio nemico qualche gran sostenitore della casa editrice? Quanti soldi ci vado a perdere per continuare a stamparlo?

9) PRETESE DELL'EDITORE ORIGINALE: se l'editore straniero ha troppe pretese circa la pubblicazione di un determinato titolo... ci si penserà 2 volte sopra prima di pubblicarlo, magari il gioco non vale la candela e si perderebbe più tempo (ed il tempo è denaro) a lavorarlo che a venderlo!

10) CONFEZIONE ORIGINALE: a volte i fumetti hanno delle edizioni così curate che fanno schifo... rilegatura in pelle umana, carta fatta con una segretissima quercia secolare presente sulla cima dell'Everest, colla fatta con la resina dell'Albero Della Vita, disegni fatti al computer in qualità altissima che non permettono una resa di stampa adeguata coi macchinari che escono in Italia... Che lo pubblichiamo a fa?



E per ora finiamo qua, perché non mi viene in mente nient'altro su 2 piedi. Magari continuiamo un'altra volta.

Tutto questo per dirvi: si parla di case editrici, ossia aziende, ossia imprese create per generare profitto... non ONLUS (“Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale”)

Ciauz!
Enrico - The Gnorri


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martedì 2 ottobre 2012

Stretta la foglia, larga la via... Le edizioni Planet Manga

Leggere fumetti è un'odissea, come cita il mio profilo su twitter. Ma pubblicare fumetti lo è altrettanto.

Premetto di non essere un addetto del settore, ma sono uno che si pone delle domande sulla base di ciò che osserva. E qualche volta mi do anche delle risposte. Ci sono, soprattutto su internet, detrattori di ogni foggia, haters, fanboy arrabbiati, recensori ignoranti, giappominkia e chi più ne ha più ne metta; ma questi fantomatici difensori della qualità del fumetto, quanto sono obiettivi, e quanto conoscono del mondo che li circonda?

Prendiamo ad esempio la casa editrice più vessata d'Italia che è anche quella che pubblica più titoli nipponici nel Belpaese: Panini Comics. La sezione Planet Manga che si occupa dei titoli del Sol Levante, sforna una vagonata di fumetti ogni mese, per andare incontro ai gusti del lettore qualsiasi ma anche di un pubblico mirato.

Negli anni una delle questioni più intense sulla qualità delle pubblicazioni Panini verteva sullo spessore della carta, spesso trasparente, sul fatto che tratteneva poco inchiostro, e che non fosse bianchissima. In tempi recenti Panini ha adottato una tipologia di carta differente, che offre delle performance notevoli. Resa dei neri e dei retini davvero buona, la trasparenza è calata tantissimo, quindi le lamentele avrebbero dovuto interrompersi, giusto?

Panini ha sì cambiato la carta dei suoi manga, ma non la rilegatura, che a mio avviso è la parte fondamentale di un albo: deve permettere una lettura agevole dello stesso. Le rilegature con questo nuovo tipo di carta hanno assunto una struttura molto robusta, gli albi sembrano quasi dei mattoncini compatti e solidi, e con le diverse stamperie con cui l'editore lavora non si riesce ad ottenere lo stesso tipo di risultato per tutti gli albi. La conseguenza è che le coste di alcuni fumetti si spaccano. Qui una foto di esempio.
Confronto tra le coste de L'attacco dei giganti 4 e Bleach 54

Come potete notare dalla foto la costa del manga di Hajime Isayama durante la lettura si è rovinata spaccandosi nel mezzo, e l'interno non presagisce nulla di buono. Perché succede con questo manga mentre quello di Tite Kubo seppur rigido non si spacca? Perché come scritto sopra, le stamperie sono diverse, e offrono materiali diversi al cliente, quindi la stessa performance dell'albo di Bleach non può essere riproposta in tutte le pubblicazioni Panini.

[L'attacco dei Giganti viene pubblicato su Generation Manga, bimestrale al prezzo di 4,20€ e stampato da La Tipografica Varese S.p.A.]
[Bleach è una pubblicazione bimestrale di 4,20€ stampato da Industria Grafica Editoriale Pizzorni S.r.l.]

Questo perché immagino sia difficile che una sola stamperia possa accollarsi una mole tale di pubblicazioni. Parliamo di cifre che abbondantemente superano le centomila copie per tutti i manga che Panini fa uscire in edicola e fumetteria ogni mese; l'editore modenese si affida a tre diverse stamperie per offrire ai clienti il prodotto in tempo. Gestire tutto questo materiale, è davvero difficile, e coordinarlo per far quadrare le uscite è un lavoro non da poco.

Marco Marcello Lupoi durante la conferenza Panini Comics tenutasi al Romics 2012 discutendo col pubblico sulla qualità dei loro albi ha tenuto a precisare che il senso di stampa, può creare dei problemi alle loro pubblicazioni ma che il loro staff è sempre attento e sicuramente avverranno dei controlli per capire dove si può intervenire per risolvere il problema.
Ha inoltre aggiunto che gli albi Planet Manga sono i più economici d'Europa, e se confrontiamo i prezzi dei volumi italiani con quelli francesi e spagnoli, una differenza sostanziale di prezzo, ma anche di qualità, è presente. Assestarsi agli standard europei (usare un certo tipo di carta, dotare gli albi di una sovracoperta, rilegare a filo) in poche parole equivarrebbe a pagare Naruto quasi 10,00€ euro, invece che 3,90€.

Gli editori se potessero accontentare tutti i loro lettori, lo farebbero senza pensarci due volte, ma ad un improvement sui prodotti corrisponde un aumento dei prezzi e una conseguente contrazione d'acquisto; tenendo conto della saturazione di titoli di cui soffre l'Italia, credo che pagare quello che leggiamo sia il meglio che potessimo ottenere.

LIBERI DI LEGGERE

lunedì 1 ottobre 2012

C'è crisi. Nessuno compra. Nemmeno Batman

C'è che oggi ho deciso di pubblicare una cazzata su Watchmen Uocmen (con la "c" dolce) pure io, in attesa di avere l'illuminazione per un articolo molto più seriotupido.

Dicono comunque che anche le puttanate debbano essere a tema fumettistico.
Pena crocifissione in sala mensa.

C'è crisi. Nessuno compra. Nemmeno Batman. Chè dopo i miliardi spesi per farsi bello con Nolan, è rimasto a secco di Batmobili e Tumbler.
Tocca anche a lui ridimensionarsi...

UOCMEN è un’isola lontana... e le fiere del fumetto

Cit. Robinson Crusoe


UOCMEN è più di un blog di fumetti, è un luogo dove puoi bere una birra e farti quattro risate, dove nessuno vuole insegnarti cosa significa leggere fumetti, e soprattutto dove nessuno critica i tuoi gusti, caro lettore occasionale.
#pff credici.

Perché UOCMEN? Perché fa ride. UOCMEN, con la C dolce. Dai fa ride. Almeno noi ridiamo un casino, ma se non ridi per il titolo del blog, ci sono tante cose per cui ridere...
Come la gente che compra un iPhone 5 oppure non so, apri la finestra e fai 
"AH! AH! AH! SOLE, ALLA FACCIA TUA! NON MI È VENUTO IL CANCRO ALLA PELLE!"

Ma allora perché le genti di internet dovrebbero leggere i nostri deliri? Perché le persone dovrebbero annuire sempre sì a dei pazzi con in mano una penna che non hanno paura di usarla! Penna virtuale, si fa per dire.

In realtà il nostro punto di vista cercherà sempre di essere obiettivo, preciso, attento… forse.
Cosa vogliamo fare? Un blog coi controcojones dove si ride parlando di fumetti. Perché alla fine esistono per quello, per farci due risate.

E veniamo a un punto centrale. Le fiere del fumetto. Reduci dall’ultimo Romics, perché non parlare un po’ di quello che c’è, di quello che si trova, ecc.

NON C’È NIENTE E NON SI TROVA UNA SEGA DI GEPPETTO!

In generale c’è certamente una contrazione del mercato, soprattutto perché fiere simili a quella della capitale, puntano tantissimo ai cosplayer, più che al medium originario e alla sua esaltazione. Il fumetto sta attraversando una crisi che colpisce non soltanto le singole fumetterie, ma anche i grandi eventi, il materiale ristagna e rimane invenduto, complice la crisi, i costi di affitto per uno stand alti, e la poca possibilità di investire da parte de ragazzi, che spesso ripiegano sul prodotto economico, o cercano offerte convenienti su internet.

Non c’è un punto di incontro tra venditore e acquirente, lo noto spesso alle fiere, ci si impunta perché magari quel manga ha una certa età o è di quell’editore e quindi deve essere venduto a un prezzo x. Il problema è che io vedo proprio gli stessi pacchi di manga da anni. Non vengono venduti mai. Conviene davvero a chi ha un negozio e si fa una trasferta del genere, mantenersi su questa linea di pensiero e non andare incontro a chi vuole leggere un fumetto?
Fanno diventare prodotti elitari, dei semplici prodotti di intrattenimento.

Dall’altro lato della barricata ci sono poi i cosplayer, che non sono proprio avvezzi alla lettura, checché ne dicano quei pochi fan del fumetto che si divertono anche ad interpretare i personaggi che adorano leggere, la maggior parte di questi sono dei completi estranei alla nona arte. Se chi entra non compra, e chi entra vorrebbe comprare ma è frenato da pochi prodotti interessanti/prezzi proibitivi qual è la soluzione razionalmente plausibile?

O diamo fuoco alle strutture, o un direttore artistico serio dovrebbe evitare di prendere sottogamba il fumetto, potenziare l’attenzione su di esso e gestire il rapporto tra venditori e acquirenti, perché altrimenti ci ritroveremo tra meno di 5 anni, con fiere alle cui parteciperanno solo persone (s)vestite da personaggi dei fumetti che non comprano fumetti. E non è il mondo dei sogni degli arrampicatori sociali che non sono diventati/e modelli/e.

sabato 29 settembre 2012

Uocmerd: cagate dai lettori di oggi. [Pubblicità Progresso].


Ciao a tutti, cari 3-4 lettori della menghia, oggi siamo qui riuniti per celebrare l'unione tra Luigg e Domenico... ah no, quello è stanotte alle 22:22 con messa satanica diretta dal maestro Maurizio Iorio Di Leo Balzanti Viendalmare. Devo ricordare a Ferro e Sommobuta di ritirare l'abito da damigella, che la sarta mi ha chiamato inferocita... non oso immaginare quando Ferro vedrà che l'abito non è esattamente dello stesso rosa che ha chiesto durante l'ordinazione... ah, i gioFani d'oggi!

 
Tornando a noi, oggi volevo parlarvi di un “DRAMMA!” (CITAZIONE COLTA) che ci colpisce violentemente da ormai 3-4 anni, e che noi, accaniti lettori con un minimo di raziocinio subiamo in modo eccessivo a causa del nostro essere troppo nerd, il che ci fa subito pensare:
“ma chist so strunz?! Ma io che parl a fa, che tanto non mi sentono! Ma che lavoro a fare? 
MA CHE CAMPO A FARE?!”.
Sì, perché spesso è questo ciò che proviamo o sentiamo quando vengono sparate delle minchiate troppo potenti per non essere ascoltate, che noi recepiamo come se Banshee degli X-Men si bevesse 2 litri di gassosa tutto d'un fiato e venisse a ruttare sotto casa nostra.


+



 
=


=


Ok, questa non l'hanno capita tutti i fan di Cavernadiplatone che visitano sto blog, ma stica... ehi, sono riuscito a dire CAVERNADICAZZONE senza storpiarlo! Ah no, come non detto...



Ad ogni modo, io penso di esser antipatico a Mosé, sapete, il tizio che ha stampato i 10 comandamenti in fronte ad Harry Potter in un duello magico (CITAZIONE COLTA)... sì, quello che apriva le acque, che trasformava l'acqua in sangue... sì esatto, le piaghe... perché è questo quel che sono i lettori “medi” di oggi: DELLE FOTTUTE PIAGHE!

 
Segue piccola carrellata di esempi tratti da vita reale:


“Ma dai, come potrà mai essere un manga di uno che si chiama STAN LEE? Non è manco giapponese!
Mi verrebbe da rispondere: "Mio caro caro genio, ma googlare un attimo Stan Lee no? Che poi il suo manga non sia piaciuto a molti posso pure capirlo (non l'ho letto, ma per me sarebbe oro a prescindere)."


“Voglio un manga disegnato bene... però alla giapponese, ma realistico, non stilizzato, ma fortemente personale. Sai com'è, io vado al liceo artistico, a me interessano solo i disegni...”

Beh, comprati un quadro, no? Anzi, fattelo da solo che non ho capito come minchia lo vuoi, e credo manco il mondo intero...


 
“Ciao, ma fate uscire il numero 38 di Le Meravigliose Avventure Quotidiane Di Un Povero Giappominkia?”
 
-No guarda, la serie è conclusa...

“E perché lo avete interrotto?”
 
-Ma non l'abbiamo interr...
 
“Ah, allora quando esce?” 
-Non hai capito, in patria la serie è finita, caput, fine della storia, Goku è andato ad allenare Ub a casa sua [dragonballgtnonesisteèsolounbruttoincubo], i cavalieri hanno ucciso il Gran Sacerdote (che poi era Gemini), Ken sconfigge tutti perché è troppo fortissimo, Miki scopre che Akira è Devilman...
 
“Ma è una vergogna, non può finire la serie così!”

-CAZZO! MA IL GIAPPOMINKIA MUORE! COME PROSEGUE LA STORIA SENZA IL PROTAGONISTA IL CUI NOME È ANCHE NEL TITOLO?!

“LADRI!”




“Ciao, ma questa serie è bellissima, perché da bimestrale non la passate mensile?”
 
-Ciao! Siamo contenti ti piaccia, sì in effetti ci avevamo pensato...

 
 
 
 
STOP!
Benvenuti nella prima storia a bivi di questo blog, ah, quanto le adoravo quelle storie su Topolino! E quanto mi piaceva la trasmissione di Ruggeri!






 

IL BIVIO

scegli “A” se vuoi leggere la storia della permanenza della bimestralità oppure scegli “B” se vuoi leggere la storia del passaggio alla periodicità mensile.



A: Mi dispiace ragazzi, la serie rimane bimestrale...
Stessotiziodiprimaidenticoepreciso: “non è possibile, non leggerò più un vostro fumetto!”

B: Ciao ragazzi, abbiamo deciso di passare la serie a mensile, viste le richieste.

Stessotiziodiprimaidenticoepreciso: “Evviva, son contento della mensilità, posso godermi la storia al meglio!”

 
Qualche minuto dopo...


Stessotiziodiprimaidenticoepreciso: “mensile??? Ma come? E io dove li prendo i soldi? LADRI!”


Qualche mese dopo...


Stessotiziodiprimaidenticoepreciso: “ma come mai non esce a Qualcosembre?”
-Guarda, ci sarebbero questo motivo plausibile, quest'altro plausibilissimo, quest'altro ancor più plausibile...

"Non è possibile, non leggerò più un vostro fumetto!"

mavattelapi....
 


Ed infine...


“Ma come mai non esce DLEM SUNCK? Ha detto Tizio che Sempronio ha detto che Caio ha riferito a mio cugggggino che i volumi sono pronti da 43 anni, 3 mesi, 22 giorni, 9 ore, 12 minuti e 3 secondi!”

-No guarda, non siamo noi gli editori, bensì i distributori, mi spiace...

“MA COME? E CHE LI METTETE A FARE NELLA VOSTRA ANTEPRIMA? [Che poi si chiama in un altro modo il catalogo, va bé]


-Quel lato del catalogo non è curato da noi.

“LADRI!”
 
Qualche altro mese dopo...


“Ciao sono sempre io, come mai avete levato quel titolo dalla vostra anteprima?”

- Ciao, è spiegato nell'editoriale, è stata rimossa quella parte del catalogo per dare più risalto alle nostre uscite che sono aumentate...

“LO SAPEVO! NON ESCE NULLA! CI AVETE FREGATO PER TUTTO QUESTO TEMPO!”
“P.S. LADRI!”


Un mese dopo, esce Dlem Sunck...


Ciao, ma davvero è uscito Dlem Sunck?”

-Sì

“Ma quali numeri?”

-Fino al 384, il resto alla prossima fiera... però puoi recuperarli con calma, non devi comparli per forza eh...


“Ma come? SONO USCITI? E IO DOVE LI PRENDO I SOLDI PER COMPRARLI TUTTI ENTRO 3 ORE? NON SAPETE CHE POSSO MORIRE SENZA LA MIA DOSE DI FUMETTI? CHE POI NON LI LEGGO PERCHÉ NON HO TEMPO, MA LI DEVO AMMASSARE!”
 
“P.S.LADRIIIIII!”
"ADRIII!"
"DRIII!"
"RII!"
"I!"


Ecco, questa è la cosa che più di tutte ci fa incacchiare: il non saper googlare, il non informarsi, il non farsi domande, il non mettersi dall'altro lato della barricata... io prima di avere il mio da fare nel mondo del fumetto non rompevo così le balle agli editori, cercavo sempre di capire il perché di certe scelte, e di certo non mi strappavo le noci di cocco se qualcosa non andava... dopotutto il mercato è dominato da DOMANDA e OFFERTA, se non c'è DOMANDA SUFFICIENTE una cosa non può essere offerta, e di certo queste cose non sono stabilite da 2-3 utenti di internet a caso, altrimenti le Orange Juice non sarebbero tanto alte in borsa. 
Non si può pretendere che una casa editrice di fumetti sia una società di beneficenza al lettore (anche se talvolta è così di fatto) e allo stesso tempo non si può pretendere di essere in grado di comprare TUTTE le cose che escono immediatamente dopo l'uscita...
 
C'è bisogno di ACCULTURARE il lettore medio, e per questo c'è:

 
UOCMEN CON LA "C" DOLCE!
Il vostro blog sui fumetti preferito!
"LEGGITAVILLO!"


Enrico “Pier Peter The Economist”