lunedì 10 aprile 2017

13 REASONS WHY: il finale doveva essere diverso!





La nuova serie targata Netflix “13 reasons why”, basato sul romanzo omonimo del 2007 ( che trovate QUI  ) scritto da Jay Asher, ha conquistato davvero tutti.

La serie ripercorre argomenti molto importanti come il bullismo e ha colpito per il modo reale e crudo in cui sono riusciti a raccontare il dramma di non essere ascoltati nel momento del bisogno.

Eppure la storia doveva finire diversamente : in un’intervista Jay Asher ha raccontato che inizialmente la sua idea era quella di non far morire Hannah alla fine.

Ha dichiarato:

Mi piaceva l’idea del abbiamo imparato la lezione, ed ecco una nuova chance. In questa versione, infatti, Hannah Baker ha solo tentato il suicidio ingoiando delle pillole e non tagliandosi le vene. Ma poi viene trovata in tempo dai suoi genitori che, portandola in ospedale, le salvano la vita.
Mi rendo conto che la situazione si sarebbe fatta difficile quando al suo ritorno a scuola, Hannah avrebbe dovuto vedersela con quei ragazzi  (le persone citate nelle cassette). Non sarebbe stato così facile. Anzi, ci sarebbero state delle tensioni per lei. Ma avrebbe avuto Clay, che le sarebbe stato accanto. 

Come mai quindi ha optato per il finale che tutti conosciamo? Jay ha dichiarato che per il pubblico e per il messaggio che voleva mandare la morte di Hannah avrebbe avuto un maggiore impatto di un finale più felice.

E voi che ne pensate? Se non avete ancora visto la serie vi lasciamo qui sotto un accenno di trama:

Al ritorno dalla scuola, Clay Jensen trova davanti alla porta di casa un pacchetto indirizzato a suo nome, senza mittente. Dentro al pacchetto ci sono sette audiocassette numerate con dello smalto blu. Durante l'ascolto Clay scopre che a registrarle è stata Hannah Baker, la ragazza di cui lui è stato sempre innamorato, ma che si è suicidata due settimane prima della consegna. Hannah aveva registrato tredici vicende della propria vita, una per ogni lato, raccontate dal suo punto di vista e ognuna dedicata ad una singola persona con la quale aveva avuto a che fare. Le tredici vicende rappresentano i tredici motivi per cui la ragazza ha deciso di suicidarsi. Clay comprende di essere anche lui uno dei tredici motivi e ascolta uno ad uno i racconti per capire quale ruolo ha svolto.”

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